Lo Scalone d’Onore

Con il completamento del lato nord del Portico Teologico (Cortile delle Statue) nel 1823 viene commissionato all’architetto Giuseppe Marchesi (1778-1867), docente di Architettura e Disegno dell’Ateneo e autore, a partire dal 1819, di un piano generale di ampliamento e ristrutturazione del palazzo universitario, un solenne e aulico scalone d’onore. Il nuovo scalone verrà disposto al centro del fabbricato tra i due cortili, Volta e delle Statue, in sostituzione delle due vecchie e inadeguate scale disposte a ovest a cavallo dei due cortili.

Marchesi progetta sia l’architettura che l’apparato decorativo, incaricando della realizzazione il maestro stuccatore ticinese Diego Marieloni.

Di notevole qualità formale, la “scala magnifica” come viene descritta nel testo del Sangiorgio-Longhena (Sangiorgio-Longhena 1831) è grandiosa, a doppia rampa, con quattro accessi al piano terreno e altrettanti sbocchi a quello superiore, ed è coperta da una volta a botte cassettonata con rosoni a stucco rilevati, poggiante su un cornicione a foglie e ovuli.

I rosoni sono costituiti di tre parti distinte (una corolla esterna, una interna e un disco al centro) e sono di quattro diverse specie vegetali (alloro, quercia, giglio e acanto).

Il piano superiore si caratterizza per la presenza nei lati lunghi di nicchie finestrate e nei lati brevi, sotto le volte, di due lunette con al centro un clipeo, con busto a tutto tondo (Platone a est e Omero a ovest), compreso tra due geni alati di tipo funerario a bassorilievo. La porzione superiore del lato breve ospita un monumento celebrativo entro una piccola abside che viene riproposto, doppio, anche nei lati brevi del piano inferiore.

L’architetto Marchesi, si occupa in prima persona sia della disposizione dei monumenti sullo scalone, come significativi complementi d’architettura, sia dell’ideazione di tre di essi (quelli di Giacomo Rezia, Pietro Tamburini e Giuseppe Mangili). L’architetto realizza, infatti, il disegno di tre cippi marmorei con iscrizioni sormontati da busti, di gusto classico.

Dopo la costruzione dello scalone d’onore, le autorità accademiche a partire dal 1842 pensarono di far realizzare, sempre dal Marchesi, quattro cancelli in ferro battuto per isolare e preservare il piano superiore (i Gabinetti di Fisica, di Storia naturale, di Antiquaria e la Biblioteca) da atti di vandalismo; in corso d’opera venne cambiata la posizione di queste chiusure che nel 1844 furono disposte per bloccare i quattro imbocchi dello scalone al piano terreno (Annuario 1896-97); i cancelli verranno rimossi nel 1863.