Il Museo di Storia Naturale

Istituito con atto di Governo da Maria Teresa d’Austria il giorno 8 ottobre 1770 a supporto dell’attività didattica di Lazzaro Spallanzani, professore di Storia Naturale, a Pavia il museo iniziò la sua attività il 6 febbraio 1771 con l’arrivo del primo nucleo di reperti da Vienna, collocato presso le case Malaspina, ora inglobate nella struttura del collegio Ghislieri.

Dal 1775 ebbe sede nella galleria al primo piano del palazzo centrale dell’Università sul lato verso Strada Nuova, in ideale continuazione del salone della coeva Biblioteca. Il Museo di Storia Naturale fu principalmente composto dai due regni Animale e Minerale. Nella sala rettangolare di circa 464 m2, lunga quasi sessanta metri, scandita da due serliane e illuminata da undici finestre, furono addossati alle pareti scaffali lignei chiusi da lastre di cristallo mentre i grandi animali tassidermizzati furono disposti al centro.

L’attività di raccolta nei viaggi del professore di Storia Naturale, collaborazioni negli allestimenti con Giovanni Antonio Scopoli, Giovanni Serafino Volta, Ermenegildo Pini, Vincenzo Rosa, Giovanni Martinenghi, donazioni e numerosi acquisti da parte del governo imperiale portarono ad un veloce incremento delle collezioni, visitate spesso da viaggiatori stranieri, curiosi e non solo da ospiti istituzionali.

Il museo con le sue collezioni mineralogiche e paleontologiche si espanse (1779, 1781) in tutte le sale al primo piano del cortile ora detto dei Caduti, giungendo prima dei trasferimenti ad occupare anche l’odierna aula Foscolo. Nel 1875 il Museo fu suddiviso nelle sue sezioni, che divennero altrettanti musei autonomi abbinati agli istituti omonimi. La Zoologia fu affidata a Pietro Pavesi, l’Anatomia comparata a Leopoldo Maggi e la Mineralogia dal 1887 a Torquato Taramelli.

Nel 1903 l’Anatomia comparata fu trasferita a Palazzo Botta. La Zoologia fu invece trasferita nello stesso palazzo solo nel 1935 mentre la collezione di Mineralogia che comprendeva fossili, minerali e campioni geologici fu sistemata in altri locali del Palazzo Centrale seguendo poi il destino dei relativi istituti nelle varie sedi. All’inizio del XX secolo le collezioni di Anatomia comparata contavano 5400 preparati macroscopici, quelle di Mineralogia e Paleontologia circa 15000 fossili e circa 3800 reperti di rocce e minerali. La collezione di Zoologia, rimasta nella sede originale, poteva contare su circa 38600 reperti.

Con la morte dello zoologo Pietro Pavesi (1844-1907) alla cui attività si deve gran parte dei reperti attualmente presenti, le acquisizioni rallentarono per poi cessare praticamente dopo la Seconda Guerra Mondiale se si eccettua la cospicua donazione della grande collezione entomologica stimata in circa 250000 esemplari, lascito del professor Mario Pavan (1918-2003). Mutarono le ricerche, cambiò l’università che ebbe impellente necessità di spazi: a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, le collezioni dei vari musei naturalistici vennero successivamente trasferite al Castello Visconteo con il progetto, mai realizzato, di allestire un grande museo pavese di storia naturale.

Nel 1995 l’Università iniziò l’operazione di recupero dei reperti sopravvissuti. Dalla disgraziata circostanza si ebbe come fortunato risultato la riunione dei nuclei originati dal museo spallanzaniano. Il loro ritorno dal Castello a palazzo Botta avvenne nel luglio 2012 e si concluse con il trasferimento dei grandi elefanti il 18 dicembre 2014. Il giorno 8 ottobre 2016 iniziò il trasporto di tutti i circa seimila reperti zoologici che, restaurati negli anni, erano rimasti conservati presso il deposito di via Guffanti, reso visitabile al pubblico dal 16 ottobre 2000. Il 21 settembre 2019 è stato inaugurato in palazzo Botta il museo Kosmos. Attualmente sono presenti in mostra permanente (1400 m2) 560 pezzi per un totale di 3300 reperti dei 480000 complessivi posseduti dal museo di storia naturale.

Giorgio Giacomo Mellerio

Il Collegamento

Nome:
Kosmos
Museo di Storia Naturale di Pavia