Il Cortile di Volta o Portico Legale

Il cortile, già denominato Portico Legale o dei Giuristi (attuale Volta), per la distribuzione attorno ad esso delle aule della Facoltà di Legge, corrisponde – con il vicino Portico dei Medici e degli Artisti (in seguito Cortile delle Statue) – al nucleo originario del XV secolo dell’Ateneo, sul quale tra il 1661 e il 1671 interviene, con lavori di “reparatione ed raedificatione” l’ingegnere e architetto camerale Giovanni Ambrogio Pessina, collegiato nel 1636-1637 a Milano. Il cortile si connota per la presenza di un’elegante serliana d’ingresso, che immette in uno spazio di forma rettangolare percorso da un duplice portico a colonne doriche di granito binate, con balaustrata a pilastrini in pietra nel loggiato, archi, di forma in origine semiottagona (che costituiscono una novità rispetto alla tradizione manierista lombarda) e una soffittatura lignea piana.

L’avvento al potere di Maria Teresa d’Austria (1717-1780) diede un nuovo impulso all’Ateneo, approntando una serie di riforme interne (le due antiche facoltà dei giuristi e dei medici diventano le quattro facoltà di Filosofia, Giurisprudenza, Teologia e Medicina), accompagnate da vari progetti di ristrutturazione del vecchio fabbricato, giudicato ormai obsoleto e di dimensioni insufficienti. La riforma auspicata dalla sovrana illuminata si concretizzò con l’arrivo di Giuseppe Piermarini (1734-1808), architetto di fama allievo di Luigi Vanvitelli, indicato dal principe di Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg, ministro di Maria Teresa, come figura in grado di rinnovare l’Ateneo conferendogli decoro e prestigio e di renderlo maggiormente rispondente alle esigenze didattico-scientifiche. L’architetto nel 1782 intervenne sul Portico Legale, arrotondando gli archi in origine a profilo poligonale, sostituendo i soffitti lignei piani con coperture a volta (nei portici e nelle aule) e trasformando gli archi a tuttotondo in ribassati.

Il Portico Legale prenderà in seguito il nome dalla statua raffigurante una delle glorie dell’Ateneo pavese, Alessandro Volta (1745-1827) opera dello scultore milanese Antonio Tantardini (1829-1879) inaugurata, al centro del cortile, il 28 aprile 1878 in occasione del centenario della chiamata dell’illustre docente alla cattedra di Fisica dell’Università di Pavia.

Il donatore del monumento, il notabile pavese Carlo Francesco Nocca, avrebbe voluto rimanere anonimo, suggerendo le sole parole “dono d’un cittadino a questo Ateneo” (come di evince dalla lettera dello stesso al rettore Alfonso Corradi, 11 febbraio 1878) invece dell’iscrizione incisa sul basamento: “Carolus Franciscus Nocca Ticinensis/De suo posuit anno MDCCCLXXVIII”.

Il Museo per la Storia dell’Università di Pavia conserva il modello in gesso della statua di Volta sempre di Tantardini, donato nel 1887 all’Ateneo dalla vedova dello scultore, con la statua di Antonio Bordoni; mentre gli eredi Nocca possiedono un piccolo bozzetto in gesso.

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