La statua di Camillo Golgi

La statua di Camillo Golgi (1843-1926), realizzata dallo scultore pavese Alfonso Marabelli (1878-1937), viene inaugurata solennemente il 31 maggio 1936 dal principe Umberto di Savoia – a Pavia per essere insignito della laurea honoris causa in Giurisprudenza – alla presenza della vedova Evelina (Lina) Aletti Golgi, del rettore Paolo Vinassa de Regny, del sottosegretario del Ministero dell’Agricoltura e Foreste Giuseppe Tassinari, del podestà Angelo Nicolato e di Domenico Germanò (preparatore del Laboratorio di Istologia e Patologia e fedele collaboratore dell’illustre scienziato) incaricato di scoprire il monumento collocato nel primo intercolumnio da ovest del Cortile delle Statue.

Il presidente del Comitato per le onoranze al professor Camillo Golgi Adolfo Ferrata in un documento datato 21 gennaio 1928 precisa: “La Società Medico- Chirurgica Pavese, che a Camillo Golgi deve vita e prosperità, vuole validamente concorrere alla glorificazione del suo Fondatore e Presidente onorario, col contributo, non solo dei propri Soci, ma di quanti sono nel mondo scientifico seguaci ed estimatori dell’opera sapiente di Lui”. A tale scopo il 15 maggio 1930 viene indetto un concorso nazionale per un monumento da collocarsi nel Cortile delle Statue dell’Università (Portico Teologico) ma bisognerà attendere cinque anni per veder realizzata l’opera, a fronte di un secondo definitivo concorso bandito nel 1935 al quale parteciperanno numerosi scultori.

L’opera commissionata doveva consistere in una statua a figura intera in marmo bianco di seconda (Carrara) con basamento in granito rosa di Baveno, alta circa 2.50 metri che doveva armonizzarsi con le altre tre statue ottocentesche già esistenti nel quadriportico del medesimo cortile (Luigi Porta, Bartolomeo Panizza, Antonio Bordoni). Gli artisti di nazionalità italiana avrebbero dovuto effettuare un sopralluogo a Pavia (il Rettore, su richiesta, avrebbe rilasciato sia l’attestato dell’avvenuto sopralluogo che alcune fotografie riproducenti Golgi) e in seguito consegnare all’Ateneo un bozzetto in gesso del monumento con il basamento di almeno un terzo delle dimensioni finali e uno studio della testa nella grandezza dell’esecuzione. Al concorso partecipano 35 scultori provenienti da varie regioni d’Italia i cui bozzetti vengono esposti in Aula Foscoliana. Il Comitato avrebbe assegnato novantamila Lire (somma pagata in tre rate) all’artista prescelto, 5000 Lire al secondo classificato e 3000 Lire al terzo: i tre bozzetti premiati sarebbero rimasti di proprietà dell’Università, mentre gli altri ritirati a proprie spese dai concorrenti, entro un mese dalla fine del concorso. La scelta del Comitato cade sull’opera di Alfonso Marabelli, decisione che desta nell’opinione pubblica perplessità e critiche, si pensa così di chiedere il giudizio autorevole e competente del noto scultore milanese Adolfo Wildt (1868-1931) che viene a Pavia ma che non riesce ad esprimersi sul valore dell’opera a causa di un sopraggiunto malore. Viene quindi chiesto il parere a Francesco Messina che valuta favorevolmente la statua di Marabelli, limitandosi a suggerire qualche ritocco e il 22 maggio 1936 l’opera è collaudata dallo scultore milanese Franco Lombardi (1891-1943).

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