L’Ingresso

Per conferire maggior solennità, in vista delle celebrazioni del VI Centenario dell’Università nel 1961, vengono inseriti ai lati dell’ingresso principale su Strada Nuova 65 due lapidi gemelle in granito rosso imperiale di Svezia con cornici sagomate, recanti al centro un medaglione in marmo bianco statuario patinato, con le effigi a rilievo di due figure chiave per la nascita dell’Ateneo: Lotario a sinistra e sul lato opposto Galeazzo II Visconti, realizzati dal pavese GiovanniScapolla (titolare della ditta omonima fondata nel 1918-1919 con sede in viale Partigiani 64 la cui attività è incentrata tuttora sulla lavorazione e commercializzazione di marmi e graniti) su disegno dell’architetto pavese Emilio Carlo Aschieri. Tale intervento si ricollega alla pratica diffusa dalla fine del XVIII secolo di murare le antiche lastre tombali asportate dalle varie chiese e in seguito di dedicare ricordi marmorei a eventi e personaggi significativi per la storia pavese che aveva trovato proprio nei portici dell’Ateneo il luogo eletto per la raccolta di questi cimeli.

A seguito di un sopralluogo del 13 giugno 1961, per verificare i lavori di sistemazione dell’ingresso e dell’androne all’Ateneo, effettuato da Federico Vinci, funzionario della Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia, il soprintendente Luigi Crema scrive al rettore Luigi De Caro una lettera datata 9 settembre in cui esprime “una parziale riserva al riguardo dei due stemmi a bassorilievo circolare posti in facciata e alla decorazione dei sovrapporta dell’androne” motivando la richiesta di una parziale modifica del progetto con l’intento “di salvaguardare l’attuale espressione stilistica del grande complesso monumentale” e restituisce una copia del progetto vistata, alle condizioni sopraccennate (ASUPv, Pos. 5-1 oggetto Edifici universitari e monumenti Palazzo universitario).

Due tavole realizzate dall’architetto Aschieri (datata luglio 1961 quella che si riferisce all’androne e X [ottobre] 1961 l’altra riguardante la facciata), conservate in ASUPv, presentano il timbro approvato 9 settembre 1961.

La querelle continua l’anno seguente; infatti il 13 giugno 1962, l’onorevole e avvocato Italo Sinforiani, presidente della sezione pavese di Italia Nostra, scrive al rettore De Caro, a nome di tutta l’assemblea dei soci, chiedendo la rimozione dei medaglioni “in quanto non intonati al carattere del monumentale edificio”. Pronta la risposta del Rettore in data 19 giugno che precisa che il lavoro “ebbe la preventiva approvazione della Sovraintendenza ai monumenti per la Lombardia, richiesta tramite l’Arch. Emilio Aschieri. Non si è quindi trattato di una improvvisazione a carattere unilaterale, attuata senza matura riflessione” (ASUPv, Pos. 5-1 oggetto Edifici universitari e monumenti Palazzo universitario).