Piazza d’Italia
Piazza d’Italia (già del mercato della Legna, dal mercato che qui si teneva settimanalmente), subì un riassetto fra il 1866 e il 1868, dopo il posizionamento della statua che comportò il cambio di intitolazione della piazza stessa.
Sarà l’ingegnere architetto Cesare Dagna (1825-1880) a suggerire all’Amministrazione Comunale il nome di Martegani per il monumento pavese e dopo questa committenza per il giovane scultore inizia in Pavia un periodo di incarichi pubblici e privati: quali ad esempio le statue a Luigi Porta e Bartolomeo Panizza, i medaglioni a Ugo Foscolo e Vincenzo Monti in Università; i busti in gesso della “madre Cairoli” e di Garibaldi nel Museo del Risorgimento (Castello Visconteo). Martegani scolpisce in marmo di Carrara la figura femminile allegorica a simboleggiare l’Italia, intitolata “L’Italia. Ai pavesi caduti per la patria”.
La collocazione della statua, inaugurata il 3 giugno 1866, comporta il cambiamento del nome della piazza e al contempo la trasformazione di questo spazio cittadino in una sorta di altare della Patria pavese, qui infatti verranno disposte alcune lapidi che ricordano gli eroi della Patria, e qui si celebrano ininterrottamente da allora i riti civili della Repubblica Italiana (25 aprile, 2 giugno, 4 novembre).
In questa occasione si provvede anche al livellamento dei piani della piazza, in origine inclinati e alla realizzazione di una pavimentazione con ciottoli di fiume e trottatoie di granito.
Marina Tesoro precisa che il monumento pavese presenta alcune “particolarità: innanzitutto è precoce, in secondo luogo è raro perché le raffigurazioni femminili dell’Italia sono poche”. Aggiunge inoltre che nessuno aveva mai accostato una figura femminile al culto dei morti: “il monumento di Pavia costituisce un esempio anticipato e insolito, al punto da diventare probabilmente un modello per altre sculture di analogo soggetto, più frequenti ma comunque non numerose, nei decenni a seguire” (Tesoro 2012).
Nel 1871 l’ingegnere capo provinciale Cesare Cattaneo progetta un edificio dell’Amministrazione Provinciale caratterizzato nella porzione centrale dell’ordine inferiore da un motivo a bugnato in cui si aprono tre portali centinati e in quello superiore da una balconata.
A partire dal 1935 viene commissionata a Carlo Morandotti (1895-1940) la sistemazione urbanistica della piazza e dei preesistenti fabbricati prospicienti su di essa. L’architetto pavese provvede a una radicale trasformazione progettando il nuovo palazzo dell’Amministrazione Provinciale, di gusto razionalista, inaugurato il 28 ottobre 1939, che veniva a sostituire l’ottocentesca e ormai insufficiente sede. Tale progetto che prevede anche la sistemazione e l’ampliamento dei fabbricati destinati alla Prefettura (inaugurata ex novo nell’ottobre 1938), alla Questura, al Provveditorato agli Studi e alla Caserma degli Agenti di Pubblica Sicurezza comportò il sacrificio di alcuni edifici conferendo allo spazio cittadino un rinnovato assetto. Viene abbattuta la Casa dello Studente (edificata nel 1928, demolendo la chiesa del Gesù e il convento), lastricata la piazza in porfido e dotata di due aiuole rettangolari piantumate.